Bolla che fluttua nelle mie orecchie addolcite da un lustro teatro milanese (lo Strehler per essere precisi), Ludovico Eiuaudi ieri sera mi ha sollevata per qualche ora dalla condizione quotidiana di ansia, stress, fretta, preoccupazione. Le luci mutevoli sulle pareti mi conducevano per mano al cospetto di visioni da film nella mia mente, strano sovvertire della consueta percezione che ho della musica. Vale a dire di solito la musica che scelgo di ascoltare fa da colonna sonora ai miei stati d’animo del momento, mentre ieri sera i miei pensieri erano portati dalle variazioni del suo pianoforte ad assumere stati d’animo dettati dal ritmo, ad immaginare vicende e situazioni che rispondessero alle note suggerite.

Incantevole l’armonia degli archi, soave oserei dire la sensazione della pelle accarezzata dalle vibrazioni sonore. Sono scivolata piacevolmente e incosciamente in crepe di deliziosa calma, inaspettate ma assolutamente gradite. La spirale della musica per una volta non mi ha trascinato l’anima in un vortice, ma me l’ha acquietata con la sua dolcezza e intensità.

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