O Sirmione, delle penisole e delle isole
pupilla, quante nei limpidi laghi
e nel vasto mare l’uno e l’altro Nettuno regge,
quanto volentieri e gioioso ti rivedo!
Stento a credere d’aver abbandonato la Tinia
e i campi bitini e sereno poterti rivedere.
O che c’è di più dolce se, liberi dagli affanni,
quando l’animo depone il suo peso, e stanchi
per il faticoso viaggio, giungiamo alla nostra casa
e possiamo riposare nel sospirato letto?
Questa è l’unica ricompensa dopo tante fatiche!
Salve, bella Sirmione, e fa’ festa al tuo padrone;
e voi gioite, o lidie onde del lago:
ridete, quanti sorrisi siete in casa!
Catullo
(Traduzione di Lorenzo De Ninis)
fonte poetare.it
Eccola, cacchio la poesia tanto dibattuta di questi giorni..a scriverla non il poeta Vate concittadino “emerito” e stravagante, come suggeriva la mamma al telefono (ah si D’Annunzio ha scritto una poesia “A Sirmione” e io: “no mamma ti confondi con Ermione, quella del La pioggia nel pineto, non senza risatine ironiche per il fraintendimento) e come confermavano, lasciandomi sbigottita, la futura suocera e anche la mia amica laureata in lettere, bensì Catullo che a Sirmione per l’appunto pare abbia avuto una villa che non era niente male… 😀
Al ritorno mi sono subito documentata e ho scovato che anche Carducci ha dedicato a questa splendida cittadina baciata dalla bellezza, un’ode barbara (che qui evito di riportare perchè Carducci non lo digerisco proprio..)
Avete presente quella pubblicità in cui c’è la signora che piange dimessa nella vasca da bagno perchè le ricorda la crociera che ha appena fatto? Beh, non dico che mi sento così ma rende bene l’idea….