Cosa non si fa per amore? 😀
Io poi sono di pasta tenera e dire di no al Grimmo mi è praticamente impossibile! Come facevo quindi, dopo che mi aveva inviato anche la ricetta scovata con fatica sul web, a negargli (e negarci, vista la riuscita dell’esperimento!!) questo “pezzo di rosticceria” come si dice in quel di Palermo??
Al supermercato avevano finito la pasta sfoglia quadrata e quindi ho dovuto ripiegare sui fogli rotondi, dando vita quindi ad una mattonella atipica, ma lo stesso gustosa, come confermano Silvia e Miriam.
Qui trovate la ricetta (arricchita con i funghi che adoro, ma che il Grimmo dice che nella ricetta standard non ci sono) che ho seguito passo passo (anche se i funghi li ho messi semplicemente lessi e non trifolati) e che da garanzie di successo!
ciaooo Francesca…che strano dopo tanto tempo “leggerti” su un blog..sono Giusy l’amica di Salvo (Palermo) ci siamo conosciute quando l’anno scorso ha fatto un salto a milano ed è stato ospitato dal tuo Grimmo…ti lascio un saluto, un abbraccio, e devo dire che il tuo blog è davvero accogliente..
Giusy
Cara Giusy, sono contenta di averti ritrovata per caso sul mio blog! che coincidenza! Grazie per i complimenti (mi fai arrossire). Spero tornerai a trovarmi ancora tra queste pagine! un abbraccio
La mattonella
ovvero
l’arte di Francesca passa anche per il ruoto
Omaggio
Quant’è bella mattonella,
che si fugge tuttavia
nella epa (non più snella)
di chi gusta in compagnia.
Quella sfoglia sì sublime
che baciar tosto tu aneli
sa oscurar, in ciò che esprime,
Salomé e i suoi sette veli
Custodito in quello scrigno
di semini impreziosito
è raccolto un vero sogno:
ogni senso n’è rapito…
Funghi, tonno, mozzarella,
pomodoro e del buon cotto,
alchimìa sì buona e bella
ma letal se ahimé sei ghiotto:
primo bacio è quella fetta;
che sarà? Miele o veleno?
Ma è piacer, ciò che t’aspetta:
non potrai più farne a meno…
Voglio osare ancor nel dire
che niun, dopo l’assaggio,
di negare avrà l’ardire
che si sente un po’ più saggio.
Grande pena questo piatto
all’artista procurò;
lo accompagna un antefatto
che io qui rivelerò:
al final, Monna Francesca
si ristette e contemplò
l’opra michelangiolesca
che il suo estro originò.
Poscia l’animo suo colse
dionisiaco furor,
il grembial tosto si tolse,
in un impeto di ardor.
Fissò il ruoto sul fornello,
nel suo sguardo cento urli,
scagliò indi il mattarello
e proferì: “Perché non parli?!!”
Questo atto un po’ animale
può apparir insanità,
ma vi sfugge l’essenziale:
genio e sensibilità.
E’bizzarro, ma un artista
puo’ provare frustrazione
alla eccezionale vista
della propria perfezione.
E’a cotanta dedizione
che è d’uopo porre mente:
la sua fulgida passione,
il più nobile ingrediente.
E’ fantastica grazie Miriam!
P.S. pssst: c’è un errorino ortografico, hai scritto grembiAl
Come ho già detto a Francesca, “grembiale” è una forma arcaica di grembiule… mi sembrava più…lirico! 🙂
Un abbraccio