In questi ultimi giorni di attesa prima dell’arrivo del pargolo, trovo un pò di tempo per dedicarmi alla scrittura di questo post e partecipare al contest di Martina in collaborazione con GialloZafferano sui Legumi i cui dettagli sono pubblicati qui!!

I legumi che dire…da piccolina e da ragazzina li odiavo praticamente! Mentre a casa mia tutti erano grandi appassionati di fagioli e ceci io gli unici legumi che tolleravo erano i fagioli cannellini in insalata con il tonno e la cipolla e le lenticchie (e i fagiolini sia nella minestra che con le patate)! Per il resto vuoto assoluto! A parte questa mia idiosicrasia per i legumi,  ho tanti ricordi legati a questo tipo di alimento. A partire dai racconti sui pasti consumati da mia madre piccolissima durante la guerra, in cui una delle poche pietanze che riuscivano a consumare erano le “sagne e fagioli” un formato di pasta fresca povera senza uova che però se non mescolate a dovere tendono ad attaccarsi in cottura. E mia madre che ha sempre odiato la pasta “attaccata” ha di conseguenza sempre cucinato altri formati di pasta con i fagioli bandendo le sagne praticamente per sempre dalla nostra tavola. E cos’ho ereditato io? L’odio per la pasta attaccata! 🙂

E cosa dire dei ceci? Il ricordo più vivo che ho riguarda il Natale quando la mia famiglia si riuniva con quella della gemella di mamma e per giornate intere precedenti al 25 dicembre si realizzavano i famosi cavicionetti con diversi ripieni. Oltre al classico con la marmellata d’uva, zia Mirella era l’esperta di quelli con ripieno di ceci lessi trasformati in purea, zucchero, cioccolato, mandorle e liquore! Ma i ceci sono rimasti per me ancora un tabù come legume da mangiare nature così com’è, mentre ho sviluppato un forte amore per tutto ciò che è realizzato con la farina di ceci! Avendo sposato un palermitano non poteva essere che così! Adoro le panelle fritte al momento che ti si sciolgono in bocca! e anche la Farinata genovese ovviamente!

Arriviamo infine ai fagioli borlotti..dopo averli odiati per una vita adesso mi piacciono molto! E ho imparato a cucinarli in ogni modo partendo sia da quelli secchi che da quelli freschi! Ovviamente anche qui c’è lo zampino di mio marito che adorandoli mi ha obbligata a rivedere la mia posizione in merito!

Ma per il contest di Martina ho deciso di postare la ricetta di un legume antico e poco usato, che non è stato facile trattare! La cicerchia! La nostra amica marchigiana Silvia ce ne ha regalato un bel pacchettino diverso tempo fa e noi l’abbiamo accatastato in dispensa timorosi aspettando la tempistica giusta per deciderci ad affrontarne la cottura!

Vellutata di cicerchia

Ingredienti per 2 persone:

-200 grammi di cicerchia secca

-carota, sedano, cipolla

-olio e.v.o.

-brodo vegetale q.b.

-pane casereccio tostato

-1 rametto di rosmarino

Procedimento:

Il procedimento è in realtà molto semplice. Più che altro sono i tempi di ammollo che sono pittosto lunghi. Bisogna mettere i legumi a bagno in acqua fredda al mattino per la sera e cambiare diverse volte l’acqua nel corso della giornata, facendo attenzione ad eliminare le pellicine del legume che via via vanno staccandosi. Una volta scolati e sciacquati in acqua corrente alla sera, preparate un trito fine di  sedano, carota e cipolla in olio extravergine d’oliva nella pentola a pentola a pressione. Una volta dorato il soffritto aggiungete un rametto di rosmarino e i legumi. Mescolate tutto rapidamente e aggiungete il brodo vegetale fino a coprire di almeno due dita i legumi nella pentola. Aggiungete un pugnetto di sale grosso e chiudete la pentola. Dal fischio io ho calcolato circa 15 minuti di cottura. Dopo i 15 minuti è necessario controllare la cottura. Se i legumi fossero ancora crudi aggiungete ancora brodo vegetale e proseguite ancora per una decina di minuti.

Una volta cotti a puntino, versate la cicerchia in un bicchiere o recipiente alto e stretto e frullateli con un frullatore ad immersione fino alla densità desiderata aggiungendo man mano un pò di brodo vegetale. E’ necessario a questo punto passare la vellutata in un colino a maglie non troppo strette in modo da eliminare anche gli ultimi residui di bucce e per renderla liscia. Servite con un filo d’olio e.v.o. e con dei crostini di pane casereccio tostati in forno.

Buon Appetito!

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