quei piatti che restano sepolti nelle fitte pieghe della memoria. Quelli che sono lì ad aspettarti da tempo immemorabile mentre la vita è andata avanti e tu hai assaggiato una miriade di altri sapori, abbinamenti, variazioni. Sono lì che aspettano solo che una scintilla li faccia tornare alla coscienza e la riempia di densa, dolce nostalgia per le persone che non ci sono più, per tua madre che quel piatto ti cucinava spesso ma chissà perchè avevi rimosso, lasciandolo a decantare per troppo tempo.

Questo è quello che mi è successo qualche tempo fa, quando, guardando la trasmissione di Alessandro Borghese su Real Time, lui ha tirato fuori dal cilindro della mia memoria questo piatto: la finta trippa. Ho detto, oddio, ma questo piatto me lo faceva sempre mia mamma! Perchè diavolo l’ho rimosso così drasticamente? E così quasi con le lacrime agli occhi mi sono ricordata di quante volte l’avessi mangiato e mi sono ripromessa di farlo assaggiare a Luigi che non lo conosceva. Ovviamente non avevo mai seguito mamma nel procedimento, quindi per la ricetta, le dosi etc. mi sono riferita a quella trovata sul sito di Real Time.

E come una novella Proust nella sua “Recherche du temps perdu”, riassaporando questo piatto casalingo mi sono sentita vicina per un momento ai miei cari. Questo è uno dei grandi poteri che la cucina sa evocare.

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5 commenti

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  2. Non conoscevo la finta trippa e rubo l’idea per il prossimo pranzo in cui i bambini saranno a casa, quindi grazie 😉

  3. Non conoscevo per niente la finta trippa! Che bello quando un piatto ci riporta alla memoria ricordi felici…

  4. Quella puntata l’ho mancata, ma le tue foto sono davvero stuzzicanti, vado a cercare la ricetta

  5. ciaoo…bellissima ricetta..passa da me
    se ti fa piacere…bacii

I commenti sono chiusi.