Una zucchina mai provata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cioè quella rotonda e panciuta,  che ho iniziato a conoscere sui foodblog e qui al Nord nei supermercati. Quando vivevo in Abruzzo neanche sapevo esistesse!! E vista la forma congeniale ho pensato di provarla la prima volta  ripiena.

Ingredienti:

– 2 zucchine rotonde

– 5/6 pomodorini

– una scatoletta piccola di tonno in olio evo

– pan grattato q.b.

– sale,  olio evo

-1/3 di bicchiere di vino bianco

Lavate,  tagliate il cappello,  scavate le zucchine e tenete da parte la polpa. In un mixer frullate per pochissimi secondi la polpa e mettetela da parte,  poi frullate insieme il tonno,  i pomodorini. Mescolate tonno e pomodorini con la polpa di zucchina,  salate e riempite le zucchine scavate. Rivestite la superficie ripiena con uno strato abbondante di pan grattato su cui verserete un filino d’olio. In una casseruola alta mettete un pò d’olio evo e adagiatevi le zucchine. Fatele cuocere per circa mezz’ora in forno a 180°C. A metà cottura aggiungete anche il vino bianco. Non mi aspettavo un sapore così!! 🙂

Per gli amanti dell’oro verde

vale a dire del mio beneamato Pistacchio di Bronte! Mia suocera ogni volta che sale da Palermo mi chiede cosa voglio che mi porti,  ed io sempre,  e  dico sempre,  non posso fare a meno di dirle portami un barattolo di pesto di pistacchio e uno di crema dolce di pistacchio. E’  più forte di me! E lei come sempre ci aggiunge qualcosina,  e giusto per non farci mancare niente stavolta è arrivata con i due barattoli,  svariati cioccolatini al pistacchio,  wafer ricoperti e ripieni di pistacchio (mai mangiati e assolutamente meravigliosi) e una bustina piena di granella di pistacchio!! Una favola! Per onorare degnamente il pesto ho pensato di farci una bella pasta:

Tortiglioni Voiello (in ricordo della splendida serata passata come loro ospiti) con salmone affumicato,  pesto di pistacchio,  cipollotto fresco e un velo di panna.

Ingredienti per 3 persone:

– 240 gr. di tortiglioni Voiello

– 5 cucchiai di pesto di pistacchio

– 200 gr. di salmone affumicato

– 1 cipollotto fresco

– 2 cucchiai di panna da cucina

– mezzo bicchiere di vino bianco (io ho usato il Traminer)

– olio evo,  sale e pepe

La ricetta è una non ricetta visto che il pesto è già pronto. Basta fare il salmone a listarelle rettangolari e farle soffriggere in un pò di olio evo in cui avrete fatto andare qualche minuto il cipollotto tagliato ad anellini. Sfumate col vino bianco e poi una volta evaporato un pò salate leggermente. Aggiungete a questo punto il pesto di pistacchio e un mestolo di acqua bollente della cottura della pasta per allungare un pò la salsa. Il condimento potrebbe essere già giusto così,  a vostro piacimento comunque potete aggiungere un paio di cucchiai di panna da cucina. Scolate i tortiglioni e fateli legare in padella con il condimento e magari una macinata di pepe nero. Buon Appetito!

Un’insalata per due

Vale a dire:  come cercare di accontentare sia moglie che marito in un sol colpo! Ho pensato quindi ad un’insalata composta da un nido di agretti conditi semplicemente con olio e limone che racchiude un cuore di cous cous condito con i legumi di stagione:  piselli e fave fresche. A me piacciono sia gli agretti che il cous cous,  invece il marito le “robe verdi”  non le tollera!

Con quest’insalata partecipo al contest di About Food:

about foodIngredienti per due persone:

  1. 200 gr. di agretti
  2. il succo di mezzo limone biologico
  3. una decina di pomodorini
  4. 120 gr. di pisellini freschi (peso netto senza baccello)
  5. 80 gr. di fave fresche (peso netto senza baccello)
  6. olio extra vergine d’oliva, sale
  7. un cipollotto fresco biologico
  8. 140 grammi di cous cous precotto

 

 

Poichè abbiamo realizzato la ricetta pensando proprio al contest abbiamo fatto varie versioni delle foto,  sperando che almeno qualcuna venisse buona! Che fatica però!

 

Per prima cosa sbaccellate piselli e fave. Private le fave della pellicina esterna e sciacquate rapidamente entrambi i legumi. Pulite e lavate gli agretti e cuoceteli in acqua bollente salata. A questo punto fate rosolare in una padella il cipollotto tagliato a rondelle sottili in olio extravergine. Aggiungete i pomodorini tagliati a pezzetti e fateli cuocere per qualche minuto,  e poi di seguito aggiungete piselli e fave. Salate e aggiungete un mezzo bicchiere d’acqua calda. Coprite con un coperchio fino a cottura ultimata. Una volta raffreddati,  condite gli agretti con il succo di mezzo limone,  olio extra vergine di oliva e sale. Preparate un nido di agretti in una ciotola capiente. Cuocete il cous cous seguendo le indicazioni riportate sulla confezione. Nel mio caso  per prima cosa ho fatto scaldare 200 ml di acqua (aggiungendo un pò di sale fino). Nel frattempo in  una terrina larga ho versato 140 gr di cous cous,  ho aggiunto 1 cucchiaio di olio evo e l’ho sgranato con la forchetta in modo da far assorbire l’olio e separare i chicchi. Ho versato l’acqua bollente,  ho mescolato bene e ho lasciato riposare con coperchio per 5 minuti. Una volta pronto il cous cous, unitelo al condimento di legumi e pomodorini e poi una volta tiedido,  riempite il nido di agretti con il cous cous. Questo è il risultato:

A lezione di cupcakes

Complice la segnalazione di Francesca del blog Singer Food & Chicchierie, abbiamo deciso di lanciarci insieme in questa bella avventura! Seguire cioè una lezione di 3 ore di Laurel Evans l’autrice del magnifico libro Buon Appetito America e del blog Un’Americana in cucina, organizzato da Baboon.

Arrivo un pò timorosa al Cucchiaio di Legno dove si tiene il corso, ma in breve complice la simpatia di organizzatrici e di Laurel, io e le altre partecipanti ci siamo tutte sentite subito a nostro agio. Come prima cosa Laurel ha realizzato i Cupcakes alla vaniglia:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi in gruppetti di due siamo passate, sotto la sua guida vigile e grazie ai suoi consigli, alla realizzazione di quelli al limone e poi ai miei, quelli al cioccolato. Ecco il mio piano di lavoro:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi all’opera con le fruste:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ il momento di Francesca che realizza quelli al cocco:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intanto cominciamo a sfornare i primi profumatissimi cupcakes:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Laurel quindi ci spiega come realizzare le coperture e le glasse. Quella al burro, quella al philadelphia e quella al cioccolato (sempre con Philadelphia). Cosa vi devo dire: una bomba letteralmente! Se devo essere sincera preferisco indiscutibilmente quelle con il philadelphia! Sono meravigliose! Eccoci quindi tutte all’opera per decorare i nostri cupcakes!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci siamo divertite un mondo e nell’ultima mezz’ora io non ho resistito e ho iniziato a provare i mini cupcakes che avevo decorato, uno più buono dell’altro:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so sono orribile in questa foto, ma era divertente e quindi chi se ne frega! 🙂

Queste di seguito invece sono le foto fatte la mattina dopo ai cupcakes per rendere merito alla loro bellezza e bontà:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Storia di un carciofo solitario

Questa storia parte come sempre da: ma sarò in grado di rifare le cose come le faceva mamma? So che vi sarete stufati a morte di ascoltarla, purtroppo penso che mi dovrete sentire ancora a lungo cominciare da quel punto, visto che tutto il mio background culinario arriva dallo sconosciuto e lontano Abruzzo! Ahahahah, rido perchè la mia regione è davvero poco conosciuta ai più, se ne sente davvero poco parlare, se non forse per funesti accadimenti.

Anche se sono lontana ormai centinaia di km, tutti i sapori che conosco provengono dalla mia infanzia e dall’adolescenza e sono ben radicati nella mia testa. Purtroppo moltissime di codeste preparazioni io non le ho mai realizzate e anche se semplici, a volte mi sembra un’impresa titanica riproporle.

Il carciofo ripieno all’abruzzese maniera è una di quelle. A casa mia tra marzo e maggio si mangiavano quantità industriali di carciofi rispettivamente cucinati nei seguenti modi: pasta coi carciofi, contorno di carciofi con fave e piselli freschi, carciofi alla giudia, carciofi fin pastella fritti e dulcis in fundo: IL CARCIOFO RIPIENO. Ci ho provato altre volte da quando sono a Milano ma mi sono sempre venuti male con conseguente depressione data la qualità non eccelsa dei carciofi che trovavo al supermercato.

Ma da quando facciamo parte del G.A.S. la qualità della verdura che compriamo e mangiamo è notevolmente migliorata e allora mi sono di nuovo decisa a provarci!! La riuscita di qualsiasi piatto con i carciofi sta dietro alla tenerezza dello stesso..se il carciofo è duro e stopposo per quanto lo si cucini bene, si rimarrà inevitabilmente delusi! Stavolta invece i carciofi erano davvero buoni!

 

 

 

 

Ingredienti:

  • 4 carciofi
  • prezzemolo
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio e.v.o.
  • 1 pomodoro maturo
  • sale
  • 1 uovo
  • olio di semi per friggere
  • la mollica di un quarto di pagnotta di grano duro
  • vino bianco (mezzo bicchiere)
  • parmigiano grattugiato

Pulite i carciofi come d’abitudine togliendo le foglie esterne più dure e la punta. Lasciateli in ammollo con acqua in cui metterete un limone tagliato a metà (toglie l’amaro del carciofo) per almeno una mezz’ora. Sciacquate i carciofi e con le mani apriteli in modo da creare un piccolo incavo all’interno che possa contenere il ripieno.

 

Nel frattempo bagnate la mollica con un pò d’acqua (io ho preferito non ammollarla troppo per evitare che risultasse poco compatta) e strizzate l’acqua in eccesso. Sbriciolatela in una terrina e aggiungete il pomodoro maturo precedente passato al mixer per pochissimi secondi insieme ad uno spicchio di aglio e al prezzemolo. Salate, aggiungete un pugno di parmigiano grattugiato e un cucchiaio di olio evo e mescolate il tutto. Riempite i 4 carciofi con il ripieno.

Qui arriva la parte per me più difficile e qui secondo me risiede il segreto della bontà della ricetta di mamma. Sbattete l’uovo con un pò di sale e un altro pugno di parmigiano e una volta compattata bene la testa del carciofo passatela nell’uovo sbattuto. Friggete per un paio di minuti i quattro carciofi a testa in giù in olio bollente in modo che il ripieno si rapprenda e solidifichi per bene.

Togliete i carciofi dalla padella e fate soffriggere in una casseruola un pò d’olio evo, uno spicchio d’aglio, aggiungete i carciofi a testa in sù stando bene attenti a non rovinare il ripieno. Aggiungete un mezzo bicchiere d’acqua e mezzo di vino bianco e del prezzemolo tritato. Fate andare la cottura girando ogni tanto i carciofi e il gioco è fatto!! Ma che fatica!!

Un incontro speciale tra Sardegna e Sicilia

Culurgionis al pesto alla trapanese

 

I sardi e i siculi non me ne vorranno se magari parlo a vanvera di piatti che non mi appartengono. Forse un pò di cultura culinaria sicula l’ho acquisita per osmosi visto che mio marito è palermitano, ma in Sardegna non ci sono mai stata e a parte alcuni cari amici, esperienza di cucina sarda proprio non posso dire di averla. Ma su quest’ultimo aspetto direi che ho rimediato alla grande, ordinando tramite il nostro G.A.S. di zona, dell’ottima pasta fresca bio sarda, per l’appunto i Culurgiones.

Questa pasta fresca ripiena mi ha sempre affasciata perchè mi fa pensare tantissimo ai ravioli cinesi..(adesso i sardi mi picchiano!) Non so, il modo in cui viene chiuso il singolo pezzo, a formare quasi una treccia e anche l’impasto quasi trasparente mi riporta alla mente in maniera veramente vivida alcuni formati di pasta ripiena della tradizione cinese.

Dopo questi sproloqui senza senzo che avranno indignato i fieri Sardi, posso passare al condimento..e qui così darò argomenti di discussione ai Siciliani per le baggianate che sto per sparare. Oggetto: pesto alla trapanese! Premettendo che mio marito è palermitano e non quindi trapanese già si intuisce che non mi sono assolutamente potuta basare su una ricetta familiare, ma ahimè come sempre ho dovuto improvvisare/inventare! 😉

E qui ovviamente scatta la NON RICETTA! Eh beh era da un pò che facevo la brava, dandovi le dosi e i procedimenti sui dolci. Sul salato questa volta però devo darvi una delusione, visto che non ricordo assolutamente le dosi degli ingredienti che ho usato per fare il pesto. Posso solo dirvi che ho preparato pesto sufficiente per condire due abbondanti piatti di culurgiones e in freezer ne ho stipato altrettanto. Direi quindi per 4 persone affamate!

Per il pesto ho utilizzato: pinoli (circa 50 gr.) e altrettanti di mandorle spellate non tostate, circa 60 gr. di basilico fresco, pomodorini freschi, parmigiano grattugiato bio, olio e.v.o. abruzzese. Ho aggiunto il sale solo a pesto ultimato, visto che è presente abbondante parmigiano. E’ venuto spettacolare e con i culurgiones devo dire che lo sposalizio è stato perfetto!

Oltre ad ordinare i culurgiones, abbiamo ordinato anche i tagliolini al curry e le pardule (dolci con ricotta e limone). Approfitto anche del post per chidere a qualche foodblogger se ha in mente un condimento per i tagliolini al curry!!

E infine i casoncelli con prosciutto e formaggio che ancora giacciono in freezer in attesa di escogitare un degno condimento, che qui nella foto vedete insieme ai culurgiones:

 

 

Storia di una polpetta

o forse sarebbe meglio dire di un polpettone! Quello che mia madre quasi tutte le domeniche  preparava insieme ad un sugo spettacolare e che costituiva il nostro consueto pasto domenicale per l’appunto. La fama del polpettone di Silvana era ormai talmente diffusa in tutti i rami della famiglia, che alle riunioni con zii e cugini tutti si aspettavano di degustare questa ormai mitologica preparazione. Ma il segreto qual’era…un ingrediente segreto? una spezia rara? un impasto particolare?

Macchè!! Gli ingredienti erano quelli classici delle polpette di carne, ed io vi confesso che mentre mamma mescolava il tutto insaporendo quà e là di sale era immancabile la mia assaggiata di carne cruda e io ne andavo letteralmente matta! Spezie rare non ce n’erano a parte la noce moscata, l’impasto era quello fatto dalle mani forti di mamma, niente più..e allora? cos’aveva di speciale questo polpettone?

Il segreto del suo sapore era la cottura. Mamma aveva ehm diciamo il suo modo moolto light di cucinare..e le polpette rientravano assolutamente in questa categoria. Immaginatevi una padella piena d’olio bollente e i due polpettoni che sfrigolano allegramente fino a creare una bella crosticina spessa e dorata. Pensate poi che i suddetti polpettoni dopo la frittura venisvano catapultati in un, anche qui leggerissimo sugo!! Insomma una bomba di sapore letteralmente!! Ovviamente tutte noi figlie abbiamo sempre avuto, visto tali presupposti, un certo timore reverenziale a rifare le polpette!

Senza la pretesa di eguagliare il sapore e la morbidezza del polpettone di mamma mi sono cimentata qualche settimana fa anche io. Diciamo che ho puntato sulla qualità degli ingredienti: carne macinata di prima scelta bio, parmigiano reggiano bio, uova anche e salsa di pomodoro bio per il sugo. Il procedimento per le polpette lo conoscete tutti. Oltre a questi, gli ingredienti che ho usato sono il prezzemolo, l’aglio, noce moscata e sale, 1 uovo e pane raffermo bagnato in acqua e poi strizzato. Per renderle simili a quelle di mamma le ho fritte parzialmente. Ho fatto soffriggere dell’olio con cipolla in una pentola, ho  aggiunto le polpette girandole una volta e quando erano dorate ma non proprio fritte ho versato la salsa di pomodoro e ho fatto continuare la cottura nel sugo.

Sono venute buonissime! L’unico cruccio è il pane..quello che trovo qua a Milano non è assolutamente all’altezza e mi dispero ogni volta che devo fare le polpette e mi tocca bagnare la mollica..tutto si riduce veramente ad una consistenza troppo molliccia per i miei gusti. Va beh nella speranza di trovare pane migliore vi lascio queste semplicissime e buonissime polpette e vi auguro Buona Pasqua! Noi venerdì partiamo per l’Abruzzo dal quale manco da ben 8 mesi per trascorrere 5 giorni in famiglia. Ci si rivede al nostro rientro!

Il potere di un piatto di pasta

 

Quale quello qui di fianco? Condito con un ottimo pomodoro bio, tonno ed olive? Magari sì perchè no! Oppure come quelli che abbiamo degustato la settimana scorsa alla serata Voiello qui a Milano?

La pasta si sa è il piatto italiano per eccellenza e quale occasione migliore per mangiare dell’ottima pasta Voiello cucinata perbaccolina da esponenti della categoria alla quale appartengo, vale a dire da foodblogger?

La serata è scivolata piacevolmente tra un aperitivo nel cortile del ristorante di Nicola Cavallaro grandissimo chef e padrone di casa dell’evento in questa occasione, e l’inaspettata conoscenza di fooblogger appena scovati virtualmente in rete come Jasmine :),  di Michela,  e dei simpaticissimi Francesca e Giampiero che spero presto mettano online  il loro blog e le loro ricette!

Il tutto  turbinosamente e mediaticamente inframezzato dai piatti di pasta che andavano e venivano, la presentazione degli stessi e dei loro creatori in un’atmosfera rilassata e gioviale che mi ha veramente conquistata.

La pasta che ho preferito è stata quella di Lucia del blog In vacanza da una vita vale a dire i Tortiglioni con pancetta arrotolata, formaggio cremoso, zafferano e erbette aromatiche. Come al solito mi sono lasciata conquistare dai sapori forti come la pancetta, devo dire però che in questo caso è stato un incredibile zafferano in pistilli a lasciarmi senza parole!

Magari se avessi avuto più tempo avrei potuto partecipare anche io alla selezione per presentare la mia ricetta durante la serata, ma si sa sono un’inguaribile timidona e stare al centro dell’attenzione non fa proprio per me! 😉

Esperimento pizza ripiena

 

La pizza, posso ormai affermare, mi riesce facile avendo nei geni, come ho già detto in passato, l’eredità pizzaiola dei miei genitori. Quella ripiena però non la faccio spesso, anzi direi che l’esperimento dell’altro giorno è stato il secondo della mia vita.

A farmi decidere è stata la presenza nel mio frigo di un meraviglioso ed ammiccante “ciauscolo” marchigiano recatoci in dono dalla nostra amata Fatina Miriam. L’abbinamento mi è poi venuto automatico con lo stracchino, ed ecco qua un’ottima pizza ripiena con ciauscolo e stracchino! Questo incredibile insaccato (per chi non l’avessa mai mangiato, è simile ad un salame o una salsiccia fresca cruda) può essere utilizzato in tantissime preparazioni, grazie alla sua versatilità e morbidezza, è ottimo sia spalmato su fette di pane caldo (la morta sua!!), sia in risotti o nel mio caso come farcitura della pizza!

In questo caso le dosi per la pizza non ve le posso lasciare…per quanto mi sforzi ormai vado ad occhio!!

I miei genitori quando gestivano ancora la pizzeria erano soliti fare tantissime varianti di pizza al taglio ripiena, ma le mie preferite erano sicuramente quella con tonno e sottaceti e quella con spinaci o bietola e la ricotta…erano davvero spettacolari!

Le altre pizze, questa volta non ripiene per i quali i mei erano “famosi” erano quelle che noi chiamavamo parmigiana di melanzane e di zucchine! Una bomba calorica ma erano di un buono che non vi dico!

Forse prima o poi riuscirò a ripoporle anche in casa anche se fare quella con le verdure sarà difficile vista l’idiosincrasia di mio marito per le verdure 😉

4° BlogCompleanno!!

 

Cheese cake alle fragole

Era il lontano 1 Aprile 2007 quando un’inesperta Excalibur (che sarei io ahahhaha sotto mentite spoglie ahaahahah) affascinata dai primi e bellissimi blog di cucina che aveva per caso scoperto sul web, decide di lanciarsi nell’avventura di aprirne uno tutto suo…

Cheese cake alle fragole

Ma non era un blog di cucina quello che in realtà è venuto fuori, ma un blog personale, inizialmente pieno delle mie poesie e della mia vita, con i miei periodi di buio e di luce, i miei stalli e le mie risalite. Quest’anno diciamo che è stato un anno sereno rispetto ai precedenti, veramente terribili per me…Un anno in cui mi sono lanciata in tanti esperimenti e in cui ho imparato a conoscere cibi e sapori nuovi e per me impensabili. Sapori ai quali ora non saprei rinunciare! Tante volte ho pensato di abbandonare questo blog. Non avevo idee, mi sentivo inadeguata rispetto a “colleghe” più brave e titolate, ma alla fine a poco a poco grazie all’enorme aiuto di mio marito che mi ha sempre spinto a continuare, ma che soprattutto ha contribuito notevolmente a migliorarlo grazie ai passi da gigante fatti da lui in fotografia, ho deciso di non gettare la spugna e di godermi il piacere di diffondere, se così si può dire, quello che mi frulla per la testa culinariamente parlando! E’ un percorso fatto insieme a lui, quello di questo blog e mi sento di dire che per me questo è un blog a due mani ormai,  io che cucino e lui che fotografa. Se non ci fosse lui io non andrei da nessuna parte!

 

Cheese cake alle fragole

E quindi festeggiamo questo 4 anno di blog con una bellissima e buonissima cheesecake alle fragole che ieri sera ci siamo pappati con i colleghi di lavoro che hanno moooolto apprezzato!

  • 150 gr. di burro
  • 200 gr. di biscotti Digestive integrali
  • 50 gr. di mandorle sminuzzate (per la base)
  • 400 gr. di fragole
  • 200 gr di zucchero (150 per la base + 50 per le fragole)
  • 5 cucchiai di zucchero di canna perla base
  • 400 gr. di formaggio spalmabile tipo Philadelphia (io ho usato quello marca Esquisa)
  • 50 gr. di ricotta
  • succo di mezzo limone
  • 1 bustina di vanillina

Il procedimento che ho utilizzato l’ho preso sa questo sito qui. Come vedete ho variato un pò gli ingredienti!